La delicata relazione tra sella e corpo nel ciclista

Considerazioni e suggerimenti a cura di Manuel Baldi (MoveLab Bikefitting)

La sella è uno dei componenti che secondo il mio punto di vista e il mio modo di lavorare è assolutamente fondamentale per il raggiungimento di una corretta posizione in bici. Perché è così importante? Perché è semplicemente un elemento che influenza direttamente tutti gli altri fattori della biomeccanica. 

La relazione tra bici e ciclista prevede cinque punti di appoggio e le forze che agiscono vanno quindi bilanciate sfruttando una corretta distribuzione tra questi. Un carico eccessivo o mal bilanciato porterà prima o poi problemi. 

Sono molti i fattori legati alla sella, e vedrò in questo articolo di analizzare nel dettaglio i più importanti. Purtroppo, pur credendo fortemente nella pratica EBP (evidence based practice), sono pochi se non assenti gli studi veramente completi sull’argomento utilizzabili poi nella pratica. Un famoso studio, ad esempio, riguardante l’inclinazione della sella afferma che per togliere il dolore lombare la sella va abbassata di 10-15°. Ok, nello studio le persone hanno risolto il loro fastidio alla schiena, ma quanto può essere sostenibile questa posizione? Vediamo un po’ in dettaglio tutte queste relazioni.

Parto intanto da quel fattore di cui tutti parlano nella scelta della sella:

LA LARGHEZZA DELLA SELLA

‘’..voglio una sella S3! no meglio una L2 io mi sono trovato bene .. voglio una sella 143 perché il cartone su cui ero appoggiato segna che ho le ossa larghe 13cm’’. 

Qui cercherò di spiegarvi perché non è il miglior approccio. Solitamente per scegliere una sella a tutti viene consigliato il famoso test della larghezza delle ossa. Nella mia pratica non ho riscontrato una correlazione e qui cercherò di spiegarvi le conclusioni a cui sono arrivato.

Il calco e la successiva misurazione vengono prese nel punto più largo, le tuberosità ischiatiche. Zona che però non corrisponde veramente al punto dove appoggiamo effettivamente, se non adottando una posizione cicloturistica (che crea più danni di quel che pensiamo) con busto completamente eretto. 

Un ciclista invece va solitamente ad appoggiare sui rami ischiatici e la forma, angolazione altezza di questi può variare di persona in persona. 

Quali sono le variabili

– quantità di flessione della colonna che il ciclista adotta nella sua posizione. Più questa è racing/aero e più si appoggerà nella parte anteriore e stretta. Ecco perché a parità di larghezza del bacino tra due persone spesso la stessa sella non va bene ad entrambi.

– angolazione del sacro rispetto all’insieme ileo-ischio-pube.

Figure (da sinistra verso destra)

1. Indicazioni classiche di misura. Seduti su una sedia con busto eretto.

2. Vista laterale. In rosso I punti che di solito vengono misurati appoggiando su una sedia.

3. Vista inferiore. Tuberosità ischiatiche in rosso e zona di appoggio solita, rami ischiatici in verde.

4. Vista latero-anteriore per far capire meglio la localizzazione

Ecco alcuni elementi per cui la misurazione di quei due soli punti è riduttiva per capire di cosa abbiamo bisogno…

Passiamo alla valutazione dell’appoggio:

In questa figura possiamo vedere la differenza tra una sella troppo larga per il soggetto (figura a sinistra) ed una della corretta larghezza (a destra).

Queste immagini sono ottenute tramite il sistema che utilizzo solitamente: Gebiomized. Di che si tratta? È un analizzatore della distribuzione della pressione sulla sella. Unico metodo per individuare veramente dove questa si posizione e come è distribuita. I punti rossi presenti in figura (alta pressione) creeranno con una probabilità del 90% irritazioni. La pressione è troppo elevata e concentrata per esser sopportabile a lungo.

Una sella con una larghezza eccessiva per le proprie strutture porta a sedersi nella parte anteriore generando punti di pressione eccessivi, creando sfregamenti, asimmetrie e probabili altri problemi nel breve-lungo termine. 

Diversamente, una sella della corretta larghezza permetterà una distribuzione del carico più uniforme lungo i rami ischiatici ed una seduta nella zona medio-posteriore. Individuando anche la corretta forma/curvatura potremmo togliere i punti di pressione e scaricare i tessuti molli centrali.

Esempio pratico: due cicliste donne che utilizzano la più famosa sella larga 143 e corta. La larghezza eccessiva ha portato ad una rotazione del bacino. Ciclista 1: dolori ad un ginocchio Ciclista 2: dolore zona lombare e toracica unilaterale. Entrambi risolti tornando ad una sella stretta 132-138 come avevano sempre usato. Siamo già asimmetrici di nostra costituzione, se poi adottiamo soluzioni che aumentano questo problema …

Un altro elemento a cui prestare attenzione e di cui non ho mai trovato traccia sul web, se non nella mia pratica, è la relazione tra la sella e la muscolatura che origina dai rami ischiatici.

Nell’immagine a sinistra, colorati di azzurro, potete vedere i due muscoli che originano dalla zona di appoggio: gracile e grande adduttore. 

Nella figura a destra, una visione frontale in cui si vedono in rosso le inserzioni di questi due muscoli sui rami ischiatici. 

Questo cosa comporta? Più una sella è larga e più interferirà con la muscolatura creando movimenti di compenso (pedalata a ginocchia larghe? …).

 Ho già avuto l’esperienza di clienti nei quali la RMN riferiva un’irritazione del muscolo gracile. 

Consiglio generale? Dalla mia pratica posso affermare che la maggior parte delle persone ha bisogno di una sella di una larghezza medio-bassa. 130-138. 

Che non sia questo il motivo per cui tanti professionisti (quindi atleti solitamente con posizione aggressiva e corporatura esile) vanno a sedersi in punta? 

Forse preferiscono sacrificare la distribuzione della pressione a favore di una piena libertà muscolare? Ricordatevi che i professionisti non sono immuni da problemi alla sella, anche se sicuramente sono in grado di compensare meglio della media degli atleti…

Qual è quindi la larghezza giusta per ciascuno? Meglio rivolgersi ad un fitter che utilizzi il sistema Gebiomized, e potrà aiutarti a capirlo.

INCLINAZIONE DELLA SELLA

Come va messa la sella…? ‘’ La sella va in bolla!!  La punta deve andare verso il basso!!….’’

Questo è ciò che più spesso si sente dire. E invece questo è un fattore estremamente personale e dipende da:

– Strutture del bacino e dei canali centrali

– Tipologia di specialità praticata

– Obiettivi della persona

– Tipologia di sella, struttura, curvatura, forma e localizzazione canale di scarico centrale

Spesso non si analizza a fondo questo fattore durante un posizionamento, finendo per ‘’risolvere” portando la punta della sella verso il basso. 

Nel breve termine (e neanche in tutte le persone) le sensazioni possono anche sembrare positive, ma poi cosa può succedere in seguito…?

Per capire questo partiamo da un po’ più lontano, come ho già accennato anche nell’introduzione. Mentre pedaliamo abbiamo 5 punti di appoggio (sella, 2 mani, 2 piedi) e il peso che agisce tra questi punti non può diminuire, ma solo spostarsi. Pensiamoci. Per pedalare al meglio, il peso deve essere distribuito nel giusto grado tra questi 5 punti. In cosa consiste questo “giusto grado”…? La zona che deve sorreggere una buona parte del carico è il bacino, e questo può avvenire solo con la corretta scelta della sella.

Nella figura ho cercato di dimostrare la relazione tra il bacino e la sella con la curvatura dei rami ischiatici. Qual è quella che dà l’idea di un maggior supporto? È abbastanza chiaro…

Quindi se una sella, o la sua posizione, fa in modo che non sia caricata nel giusto modo, finisce per gravare sugli altri punti di appoggio. Vediamo le conseguenze suddivise tra le due zone: 

Arti superiori: Togliendolo peso dalla sella, si sposterà il carico sulla zona del manubrio con conseguente maggior carico che devono sostenere i muscoli di braccia, spalle e tronco. Tra questi (attenzione…!) sono coinvolti anche quelli respiratori. Muscoli che dovrebbero essere dedicati per la maggiore all’atto respiratorio e che invece sono ora caricati dalle forze atte a sostenerci e non farci sbattere con il naso sul manubrio. Quindi perdita di performance, oltre ai classici formicolii alle mani e ai dolori cervicali, fino ad arrivare a infiammazioni vere e proprie delle strutture, in questo caso epicondilite ai gomiti.

Arti inferiori: se manca il supporto fornito dalla sella, le gambe dovranno spingere sui pedali e allo stesso tempo impedire lo scivolamento in avanti. Questo comporta, nel lungo termine (nel breve termine spesso non ci si accorge), a un sovraffaticamento e a sovraccarichi. Altre conseguenze sono il peggioramento del carico a livello della pianta del piede, la perdita di sensibilità/formicolii, la sensazione di gonfiore/calore. Non solo, ma non meno importanti, il sovraccarico del quadricipite, problemi tendinei nella zona rotulea, peggioramento del recupero e perdita di efficacia degli allenamenti.

Altro appunto relativo alla foto: si noti come un’inclinazione verso il basso della sella, a parità di angolo sacrale-lombare, porti ad appoggiare più indietro sulle ossa. Questo può essere il motivo della sensazione della minore pressione anteriore. 

Si risolve quindi un problema, ma se ne creano altri. Ricordo, peraltro, che tutto dipende dalla specialità: se ad esempio fate cronoscalate, l’inclinazione del terreno e lo sforzo cambiano, e con essi cambia completamente anche l’approccio.

Un’eccessiva pressione anteriore può anche non essere dovuta alla posizione della sella, ma da altre variabili quali:

– telai troppo racing, lunghi e bassi

– leve posizionate male che aumentano il reach

– dislivello sella-manubri eccessivo

– attacchi lunghi e spacer ridotti al minimo (fa “figo”, ma va valutato se è il caso o meno…)

– adattando il dislivello sella-manubrio e il reach

IN CONCLUSIONE

Qual è la corretta inclinazione della sella? DIPENDE. 

Ci sarà il soggetto che dovrà utilizzare una sella con inclinazione zero, chi con una punta leggermente sollevata, e chi con la punta verso il basso. 

Come si è visto sono molti i fattori, e spero di avervi dato alcuni spunti utili. 

Quale è ,quindi, la sella adatta a ciascuno…?

Quella che permette:

– un appoggio idoneo che non crei sfregamenti e perdite di sensibilità 

– il giusto supporto e la giusta distribuzione del carico 

Fino a che non saranno raggiunti tutti questi risultati non possiamo dire di aver trovato la sella ideale. Un fitter esperto, con l’ausilio di un sistema Gebiomized, può aiutare a trovare la soluzione ideale.