HOKA Mach 5, la sorella maggiore di Mach 4

INNOVAZIONE NELLA TRADIZIONE

Diciamo subito che c’è voluto molto coraggio da parte di Hoka One One per tentare di migliorare una scarpa praticamente perfetta come la Mach 4, sostituendola con la nuova e per certi versi del tutto inedita Mach 5, dopo l’inusuale intermezzo della Mach Supersonic, che ha rappresentato una sorta di concept shoe, ovvero una scarpa progettata per mostrare la nuova intersuola e la tomaia che sarebbe arrivata con la Mach 5.

Ebbene, l’operazione sembra riuscita in pieno, almeno per la maggior parte degli aspetti che riguardano le novità di un modello dinamico che mette insieme un’ottima ammortizzazione con una straordinaria leggerezza

In proposito, segnalo che a fronte di un peso dichiarato di 232 grammi, il modello taglia 9 US da me provato pesava ben 10 grammi in meno…!

Anche se in termini di design la Mach 5 non sembra stravolgere di molto le edizioni precedenti, salvo un ben più corposo tallone che all’inizio può creare qualche perplessità, in realtà la tecnologia nascosta nella struttura della suola e della tomaia rappresenta una significativa novità che cambia anche l’assetto della scarpa e il livello prestazionale.

A questo proposito, la Mach 5 rivela subito un comportamento agile e dinamico, anche se sempre un po’ instabile soprattutto sui fianchi, effetto che si enfatizza soprattutto nei supinatori, e sicuramente meno rigido della versione precedente, grazie all’intersuola con mescola Profly+, che offre un’ammortizzazione morbida e piacevole. 

Stiamo parlando di un materiale ad alte prestazioni che HOKA ha incorporato in una delle sue scarpe di riferimento come la seconda versione delle Carbon X con piastra in carbonio, oltre alla presenza della geometria Meta-Rocker che crea un effetto rocker per spingere il runner nelle transizioni più leggere. 

LA NUOVA SUOLA

La configurazione dell’intersuola con mescola ProFly +, morbida e vivace, utilizzata come strato superiore per fornire ritorno di energia e slancio, e la schiuma EVA gommata, ordinaria e più solida, inserita come strato inferiore, è concettualmente semplice, ma sembra funzionare in modo assai efficace. Inoltre, la nuova formulazione di ProFly+ è sorprendente per efficienza ed efficacia, fornendo molto più rimbalzo durante gli stacchi.

Con queste caratteristiche, la Mach 5 consente una corsa assolutamente dinamica e molto più divertente rispetto ai trainer tradizionali come Pegasus, Ghost e Wave Rider.

L’innovazione non certo usuale della suola in EVA gommata, se da un lato rappresenta la vera novità di questa scarpa, che consente un atterraggio al tempo stesso fluido ed efficace ma incredibilmente ammortizzato rispetto a qualsiasi altra scarpa, ne rappresenta in parte anche il limite, in quanto questo tipo di struttura non potrà che ridurre la durata della suola. 

Ho percorso finora meno di 200 km ma, nonostante il mio peso di 61 kg, la struttura della suola comincia già ad avere qualche cedimento di troppo. Non solo, ma ho potuto constatare che la tenuta su fondi sterrati e soprattutto sul bagnato presenta seri problemi di stabilità.

LA TOMAIA

Rispetto alla Mach 4, la tomaia è molto più traspirante, avvolgente ma al tempo stesso leggera e con punti di rinforzo distribuiti omogeneamente. Merito di una nuova rete ingegnerizzata jacquard creel che è più sottile e più traspirante rispetto alle precedenti tomaie Mach.

Ho trovato invece piuttosto “esagerata”, anche se sottile al punto giusto, la dimensione della linguetta, sicuramente molto meno efficace di quella assolutamente perfetta della Mach 4. L’estrema dimensione ne provoca infatti lo spostamento laterale e tende a provocarne la piegatura superiore, soprattutto in piedi di struttura magra e se non si è soliti utilizzare anche l’ultimo occhiello passante dei lacci.

Attenzione, inoltre, all’acquisto del modello che meglio si adatta alle caratteristiche del piede: la misura wide è davvero piuttosto larga rispetto alla regular e questo può fare la differenza in termini di adattabilità del piede e di efficacia della rullata, anche perché la Mach 5 ha una vestibilità fedele alla taglia ma leggermente più lunga e più stretta rispetto al modello precedente.

IMPRESSIONI

Mach 5 è una scarpa straordinaria, come il modello che l’ha preceduta, ma con qualche elemento migliorativo che ne caratterizza ulteriormente la capacità di offrire leggerezza, comodità e protezione insieme a prestazioni di tutto rispetto.

Possiamo dire che Mach 5 è una scarpa tuttofare, ovviamente entro certi limiti: indulgente ai ritmi di recupero/facili grazie alla morbidezza del nuovo strato ProFly+, ha anche la capacità di aumentare efficacemente il passo e correre ritmi costanti e veloci grazie all’elevato ritorno di energia dell’intersuola. Ho provato ad aumentare il ritmo fino a 4.30/km trovando una risposta sempre efficace, anche se non sempre stabile e sicuramente non paragonabile a quella del modello Rincon, ma senza apprezzabili conseguenze negative post allenamento, nonostante la mia età non più giovane. 

Diciamo che la collocazione che mi è piaciuta maggiormente è stata nei ritmi costanti tra 5 e 5.30/km, anche su percorsi lunghi, dove si apprezza soprattutto la morbidezza e la comodità, mentre ritmi più lenti erano forse maggiormente assorbibili dalla Mach 4, un po’ meno dal nuovo modello. 

Infine, come già detto, la nuova struttura e scolpitura della suola crea qualche problema di aderenza su terreni non asfaltati e soprattutto sul bagnato.

IN SINTESI…

La ricetta di Mach 4 era semplice: leggera, ammortizzata e confortevole. Con Mach 5 si è andati oltre, e non è poco…

Certo, alcuni aspetti dell’evoluzione in termini di efficacia e minore rigidità rischiano a mio avviso di ridurre la durata della scarpa. Dopo meno di 200 km si nota infatti già una consistente abrasione a livello del mesopiede e nelle aree esterne della suola. Ho l’impressione, perciò, che il consumo della suola sarà piuttosto accentuato e precoce rispetto alle Mach 4, anche se come spesso accade con i modelli Hoka non dovrebbe incidere sull’efficienza e sull’ammortizzazione dell’intersuola, anche se potrebbe creare qualche ulteriore problema di aderenza in condizioni difficili.

Mach 5 rimane comunque sicuramente una scarpa assolutamente eccezionale, che ha poche rivali nella categoria, e credo che gran parte di chi ha già apprezzato le Mach 4 non potrà certo rimanere deluso da questa ulteriore evoluzione.

Come sempre nelle prove di Trisport and Health, il modello provato è stato regolarmente acquistato, a garanzia dell’indipendenza commerciale dei giudizi espressi in questo articolo.